Flavio Giuseppe, dopo aver scritto che al massimo 30mila persone “potessero stare” a Gerusalemme, poche pagine dopo scrive:
<<Il numero totale dei prigionieri catturati
durante l'intera guerra ammontò a novantasettemila, e di coloro che perirono
durante l'assedio, dal primo all'ultimo, a un milione e centomila. Di questi,
la maggior parte era di sangue ebraico, ma non nativi del luogo; infatti,
radunatisi da ogni parte del paese per la festa degli azzimi, si trovarono
improvvisamente avvolti nella guerra, con il risultato che questo
sovraffollamento produsse prima la pestilenza, e in seguito l'ulteriore e più
rapido flagello della carestia>> ( Bellum Judaicum VI, 420-421,
traduzione di H. Thackeray nell'edizione Loeb).
<<Che la città potesse contenere così tante persone
è chiaro dal censimento effettuato sotto Cestio. Infatti, egli, desideroso di
convincere Nerone, che disprezzava la nazione, della forza della città, ordinò
ai sommi sacerdoti, se possibile, di effettuare un censimento della
popolazione. Pertanto, in occasione della festa chiamata Pasqua, durante la
quale si sacrifica dall'ora nona all'undicesima, e attorno a ogni sacrificio si
raduna una piccola comunità, per così dire, di non meno di dieci persone (non
essendo permesso banchettare da soli), mentre le compagnie spesso ne
includevano fino a venti, le vittime furono contate e ammontarono a
duecentocinquantacinquemilaseicento; considerando una media di dieci commensali
per ogni vittima, otteniamo un totale di due milioni e settecentomila, tutti
puri e santi>> (Bellum Judaicum VI, 422-424).
<<Le vittime superarono in numero quelle di qualsiasi
precedente visitazione, umana o divina>> (Bellum VI, 429).
Il Tempio di Salomone realizzato da Bernhard von Breydenbach dopo il suo pellegrinaggio in Terra Santa nel sedicente 1483:
E qui in una stampa di Salvatore e Giandomenico da Lucca del
sedicente 1600:
Johan Balthasar Metzger, "Itinera Christi of
Geograpische beschryvinge van het Heilige land" (Il viaggio di Cristo o la
descrizione geografica della Terra Santa), Amsterdam, 1711.
Questa edizione in olandese è una traduzione dal tedesco.
L'autore afferma che nel 1517 l'imperatore turco Selim sconfisse il sultano
d'Egitto e conquistò Siria, Damasco, Giudea ed Egitto, in seguito inviò degli
uomini nella famosa città di Gerusalemme, i quali riferirono di aver trovato
solo un luogo distrutto dove vivevano alcuni poveri cristiani.
Selim poi andò di persona e offrì sacrifici a Maometto e al
Santo Sepolcro di Cristo.
Nel 1542 (ma nel 1542 deve essere stato Solimano il
Magnifico) iniziò la ricostruzione della città.
La nuova Gerusalemme fu chiamata Elia.
I luoghi della memoria delle tre religioni furono
restaurati.
E così, quando Metzger visitò la città nel 1697, la trovò così:
L'imperatore turco costruì anche nella città di Elia un
nuovo Tempio di Salomone: essendo stato costruito su una roccia famosa fin dai
tempi di Melchisedec, gli islamici la chiamarono “Cupola della Roccia” e vi
costruirono di fianco una moschea.
Riassunto di quanto visto finora: secondo lo storico Flavio
Giuseppe i Romani erano nazisti (ma più giovani).
Si accamparono subito fuori dalle mura di Gerusalemme per
controllare che i 2,7 milioni di ebrei “ci stessero” in una città da 30mila
abitanti (certificati dal precedente censimento dei sommi sacerdoti, ordinato
da Cestio).
Quando anche l’ultimo ebreo fu entrato (stringendosi un po'),
“loro” strinsero d’assedio la città e ne gasarono 1,1 milioni con lo zyklon-B,
consigliandolo ad Hitler.
Poi distrussero il Tempio di Salomone, che dovette attendere
l’anno 685 per essere ricostruito dai santi islamici.
Solo a fine 1400 gli europei iniziarono ad andare in ferie a Gerusalemme, perché, secondo un olandese, l’islamico San Selem, detto anche Solimano, ricostruì nel 1452 tutta Gerusalemme, compresa la Cupola nella Roccia per i turisti, per amore dei cristiani e degli ebrei che lo ringraziarono volando sugli asini.
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